Con il Cristianesimo, che assegnò alla musica un'alta funzione religiosa, entrano nel mondo greco-romano correnti orientali apportatrici di pratiche musicali finora ignorate nella classicità. Principale, tra esse, quella di una ritmica basta sull'accento tonico; la Chiesa assumeva varie maniere di canto: i semplici accentus e i melodici concentus. Gli accentus preferiscono le forme le forme responsoriali, dove ad un solo assolo segue la ripetizione corale della chiusa. I concentus consiste nel in un testo in versi dove di strofa in strofa riprende la stessa melodia.
Molte varie sono le possibilità formali a mano a mano esplicate dalla liturgia internazionale a questi tipi di canto. Numerosissime sono le forme documentate da notazioni contenute in raccolte quali quelle dell'ordinamento gregoriano (VI secolo). Alle Scholae cantorum e alle cappelle di chiese e conventi (istituite da papi regnanti tra il secolo V e VIII), si deve, invece, l'assestamento stilistico della composizione, ottenuto con l'unificazione dei vari riti sotto il segno romano, nonchè l'adeguamento dell'esecuzione, sempre più difficile e complessa col moltiplicarsi dei canti.
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