L'Inizio.
E' incredibile. Dieci anni. Sono già passati dieci anni da quando la Voce del rock se ne è andata per sempre.
Dieci anni da quando mr. Frederick Bulsara, più noto in seguito al mondo intero come Freddy Mercury, vocalist dei Queen, ci ha lasciati. E lasciandoci ha lasciato un vuoto incolmabile fra gli amanti di quell'arte grandiosa, unica e perfetta chiamata Musica.
Già, la Musica, la cosa per cui gli Dei lo avevano messo su questa terra, facendolo nascere a Zanzibar, nel 1946.
Frederick e famiglia si sarebbero poi trasferiti a Londra agli albori degli anni '60, e lì sarebbe poi stato l'inizio di tutto.
Chissà che cosa avrà pensato Freddy, come intanto si faceva chiamare, di quel clima freddo, di quella pioggia e di quel grigiore. Lui abituato al sole dell'Oceano, al caldo, alla brezza mattutina?
Chissà se la Musica è stata la sua consolazione, chissà se ha rappresentato i suoi momenti di gioia, di svago?
La band.
Deve essere stato senz'altro così se un bel giorno egli ha deciso di accomunare i suoi sforzi e il suo sconfinato talento con quello di altri tre giovani studenti e musicisti per creare quell'alchimia perfetta, multiforme ed inimitabile chiamata "Queen".
Solo Dio sa se quei tre ragazzi, tali Brian May, Roger Taylor e John Deacon, si resero conto che passando ore ed ore in una cantina con quello strano loro amico, avrebbero presupposto la nascita di un gruppo unico, capace di spaziare fra i più disparati generi musicali, dall'Hard Rock al Pomp, dalla Musica classica al Rock and Roll degli anni '50, dal Glam-rock allo stile "anni '30"? I Queen, tanto per intenderci.
Gli anni '70.
Correva l'anno 1973 quando vide la luce il primo, omonimo LP, dalla famosa cover raffigurante la luce del riflettore che illumina l'Artista. Mai immagine fu più profetica.
Quanti riflettori da quel momento in poi si sarebbero accesi su quei quattro, e su quel vocalist, in particolare?
Le luci della ribalta vennero puntate sui Queen sin da subito, nonostante una critica incapace di cogliere l'estro e la particolarità di quei nuovi, arrambanti rocker britannici. Luci che mai più fu poi più possibile spengere, o girare altrove.
A Queen segirono singoli spacca-charts, albums di successo (fra i quali su tutti "A Night At The Opera", vera Summa dello scibile musicale targato Queen degli anni '70), e tournée che avrebbero toccato tutti i paesi possibili, riscuotendo ovumque lodi e ovazioni unanimi.
Nè è a questo proposito prova inconfutabile il "Live Killers", che in un colpo solo trasmette ai posteri una delle prove dal vivo migliori di tutti i tempi e che chiude un decennio di successi.
Gli anni '80.
Gli anni '80 vedono i Queen consolidare la propria fama attraverso concerti sold-out (come successo allo stadio di Wembley nel 1986), colonne sonore (Flash Gordon, Metropolis e Highlander) e, ma è superfluo dirlo, dischi in grado di reggere il confronto con la passata produzione ("The Miracle").
Gli anni '80 rappresentano per i membri della band anche il momento di dedicarsi alle rispettive carriere soliste.
Proprio Freddy in questo periodo da alle stampe il suo primo solo-album dal titolo "mr Bad Guy" ed il successivo "Barcelona", in coppia con la soprano Monserrat Caballé. Sono lavori in cui emerge tutta la verve, la grandeur stilistica e la versatilità di un cantante completo, perfetto nell'assumere mille personificazioni diverse, tutte convincenti e piene di quell'estro in più che solo Mercury era in grado di dare ad ogni singolo brano musicale.
La tragedia.
Ogni medaglia, per quanto splendente, ha, ahinoi, il suo rovescio.
I novanta iniziano infatti con la tragica notizia che Mercury sta male. Freddy ha l'Aids.
La verità è che il fatto invece che sminuire la forza dell'ensamble ne acuisce le capacità: sforzi che culminano con la release del disco-capolavoro "Innuendo", il quale tristemente rappresenta il testamento di Sua Maestà Freddy Mercury. <
> (da "The Show Must Go On"). Freddy morirà nella sua dimora di Kensington il 24 Novembre dello stesso anno, a pochi mesi dall'uscita del disco, circondato dall'affetto di parenti, amici e conoscenti che questo controverso personaggio aveva radunato accanto a sè nell'arco della sua vita. Lasciando nella tristezza i suoi milioni di fans, orfani della sua Voce, del suo carisma, delle sue trovate sceniche sul palco, come nella vita. Orfani della sua sfrontatezza, del suo mettersi in discussione, noncurante delle critiche piovutegli addosso dopo la dichiarazione della sua omosessualità.
Il rimpianto.
Dieci anni. Passati attraverso concerti commemorativi, compilations, albums postumi, con il rammarico di ciò che poteva ancora essere, e non è stato.
Chissà cosa sarebbe stata la Musica oggi (Musica senza generi, né Rock, né Hard, né Glam, né Pop...qui i generi non contano), se lui fosse ancora fra noi, a regalarci la sua illimitata Maestosità.
Freddy Mercury, nessuno mai come lui, nessuno.
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