Per chi non ha avuto a che fare con le difficili, macchinose e spesso improduttive creazioni di basi musicali prima dell'avvento dello standard General midi, forse tutto il successo ottenuto dai midifiles appare un tantino esagerato.
Nonostante gli anni passino anche per loro, i midi resistono nella guerra dei nuovi formati musicali, grazie alla indubitabile versatilità e alla grande standardizzazione che il formato .mid ha oramai raggiunto.
Ho iniziato citando le complicate manovre che eravamo costretti a fare precedentemente la nascita del midi, proprio perchè come testimone posso affermare che era tutt'altro che semplice creare una base musicale.
Ricordo chiaramente di come con la mia tastiera Una roland E68 (Mi pare), fossi costretto a registrare traccia dopo traccia, strumento dopo strumento, l'intera base musicale ogni volta con il rischio di non poter correggere al meglio quanto fatto, quindi accontentandomi dei risultati, purtroppo non eccelsi, che ne uscivano.
La prima chiave di svolta giunse con l'uscita del formato midi0, venivano definite le linee generali che una base avrebbe dovuto avere, caratterizzate dalla presenza nella quarta traccia della linea melodica che sintetizzava la voce, nella terza del basso e solitamente nella decima la batteria.
Il problema nasceva al momento in cui le basi venivano scambiate da kaybord a keybord: i suoni spesso non corrispondevano...ad esempio nella prima traccia se era stato richimato un piano A1 magari locato nel terzo banco suoni della mia tastiera, al momento dellesecuzione su altra piattaforma, poteva essere trovato un sax contralto con risultati che lascio a voi immaginare.
In soccorso di tutti i bisognosi giunse il Generalmidi formato di scambio fra differenti piattaforme: Tastiere, sequenzer, expander che permetteva lo scambio sicuro di basi e composizioni create in formati GM.
Le migliori realizzazioni restavano sempre quelle create nel formato proprietario della tastiera utilizzata e questo perchè si può utilizzare al massimo i banchi suoni presenti senza doversi limitare a quelli presenti nella tabulatra General.
Ricordo ancora il lavoro che seguì tale evoluzione: infatti per chi si accingeva solo in quel momento a creare le sue prime basi midi, non vi fu problema di sorta, ma per chi come me si era già creato un vasto campionario di basi, rappresentò un onere di lavoro davvero consistente. Dover trasportare tutte le basi dal formato previsto dalla tastiera in General midi senza che non esistesse un software in grado di eseguire la conversione, richiedendo quindi di essere fatto totalmente a mano.
Il risultato fu però che nel momento di nuove piattaforme il mio lavoro fu in grado di essere eseguito senza problemi con risultati eventulmente migliorati grazie all'evoluzione dei sintetizzatori di suoni.
Cocludendo posso asserire che l'esigenza che si era venuta a creare tra realizzatori di basi musicali richiese come in tutti i campi una standardizzazione che trovò nel generalmidi e nei midi files la loro naturale evoluzione.
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