Billy Cobham (batteria) torna al Blue Note di Milano dal 12 al 17 aprile con un progetto tutto centrato sulle corde.
Sul palco con lui: Didier Lockwood (violino), John Abercrombie (chitarra), Mads Vinding (basso).
Il progetto è nuovo e nulla trapela del repertorio che affronteranno, per presentarlo facciamo perciò luce tra le occasioni nelle quali i "quattro" si sono incrociati sul palco.
Per Lockwood e Cobham dobbiamo risalire al 1982, era il festival di Montreux e il loro incontro è testimoniato in un album A Gathering of Minds nel quale troviamo anche: Jack Bruce (basso/voce) Allan Holdsworth (chitarra) e David Sancious (tastiere).
Dal canto suo, Lockwood, non si è negato le più varie esperienze musicali che il jazz può mettere a disposizione, spaziando nella fusion, passando allo swing, approdando persino all'hard bop e suonando con tutti i più grandi musicisti al mondo. Nella sua carriera ha registrato una trentina di album ed ha vinto un infinito numero di premi, tanto in patria quanto all'estero.
Abercrombie compare in tre degli album più amati dai fan di Cobham: Crosswinds, Total Eclipse e Shabazz registrati nel periodo nel quale era in chitarrista dei mitici Dreams, di Cobham e dei Brecker Brothers. Con il suo stile essenzialmente jazz - che si disegna in tutto il vasto mondo della musica improvvisata contemporanea attingendo al rock ma anche al folk - ha percorso le stesse strade di tutti i suoi pari, per annoverare nel suo curriculum collaborazioni con i nomi più importanti. La sua presenza nel quartetto metterà in risalto il suo lirismo e la sua capacità di miscelare culture musicali.
Chiudiamo con il danese Mads Vinding, alla sua prima esperienza con il batterista panamense, che porta con sé la cultura musicale del nord Europa che, Cobham, ha mostrato di gradire negli ultimi anni se consideriamo il suo lavoro con il quintetto Culture Mix, le cui anime provengono prevalentemente proprio da lì.
Anche Vinding, già professionista all'età di 16 anni, annovera un importantissimo elenco di collaborazioni e premi tra cui citiamo: due Readers Poll (1997 e 2000) e ben 3 Grammy nel 2000 per il migliore album della categoria jazz e folk.
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