Erica Mou è una delle cantautrici più talentuose della scena italiana contemporanea. Il suo ultimo album, "Contro le onde", è stata una delle sorprese del 2013 e in molti pensano che l'artista pugliese abbia ancora ampi margini di miglioramento per crescere ulteriormente. Ormai stiamo parlando di una solida realtà musicale e così abbiamo deciso di entrare nel mondo di Erica per parlare dei suoi prossimi progetti, del potere della musica e della considerazione che viene data in Italia al mestiere di musicista e alla cultura in generale. Il risultato ha prodotto una conversazione curiosa e interessante che svela particolari inediti della ragazza di Bisceglie. Siete pronti?
Erica, il tuo ultimo disco è davvero elegante ed ha un sound internazionale. Ci spieghi come è nato, quali sono le influenze e se questa svolta elettronica è una parentesi momentanea o se proseguirai su questa direzione? (Io nell'album ci ho sentito alcune sonorità di Lana Del Rey ma anche di una certa elettronica islandese) Ti ringrazio! Ovviamente i suoni scelti per l'ultimo album, "Contro le onde", hanno risentito dei miei gusti e di quelli di Boosta, produttore artistico del disco. L'elettronica è un elemento che c'era anche del precedente album, "E'", prodotto dall'islandese Valgeir Sigurdsson e che stavolta è stata un po' meno minimale e un po' più…Subsonica! Di certo però la mia anima è molto acustica, mi piace avere un approccio live alla musica. Quindi l'elettronica per me non è mai il fine ultimo, ma uno strumento che serve a colorare alcuni momenti. Ancora non so se continuare in questa direzione o meno, di solito sono le canzoni stesse ad indicarti la via migliore.
Ci racconti come hai iniziato? Hai fatto un bel po’ di gavetta “sgomitando” nell’underground italiano prima di approdare a platee importanti come a Sanremo nel 2012. Il mio amore per la musica nasce dall'amore per il canto; ho cominciato a prendere lezioni quando avevo solo cinque anni e da allora questa passione è aumentata sempre più. Così ho cominciato a suonare la chitarra e a comporre canzoni. La gavetta vera e propria è cominciata nel 2007 ed è stata densa di concorsi, concerti, aneddoti e incontri fantastici. Ma direi che non è ancora finita! C'è ancora molta strada da fare.Scrivi tutto tu, musica e testi. Un caso ormai raro nella musica italiana. Pensi che i talent stiano generando troppi interpreti e nessun autore? In realtà dai talent adesso vengono fuori anche cantautori (penso a Pierdavide Carone ad esempio) dato che sono diventati una vetrina ambita da tutti, indistintamente. A prescindere dalla questione talent, io penso che il problema sia non tanto la rarità dei cantautori ma il significato che si dà alla parola interprete. L'interpretazione di una canzone, che per me non vuol dire cantarla e basta, è un elemento molto sottovalutato oggi e spesso dimenticato dai cantanti e persino spesso dai cantautori.
La Puglia è una scena molto attiva a livello musicale. I Negramaro, ma anche numerosi artisti della scena indie come Sud Sound System, Amerigo Verardi, Nicola Conte. Pensi che sia un luogo dove un’artista ha buone possibilità di mettersi in mostra? Ci sono numerosi locali o luoghi dove un musicista può farsi conoscere? In Puglia stiamo vivendo, da diversi anni ormai, un momento molto positivo per la cultura e per la musica in particolare. Lo dobbiamo a grandi artisti pugliesi che hanno fatto da traino, ad una politica di rilancio e promozione del settore culturale e alla bellezza della nostra terra. La scena musicale è davvero attiva ma purtroppo siamo sempre decentrati dai grandi luoghi della musica, dalle sedi delle maggiori etichette, radio e tv. Quindi si ha sempre la valigia pronta.
Quali sono i tuoi ascolti musicali attuali? Più passano gli anni più divento onnivora. Ieri per esempio stavo ascoltando un disco di Simphiwe Dana che mi ha prestato il mio batterista. Che rapporto hai con il supporto fisico della musica? Vinili e cd hanno ancora il fascino di una volta? Si è perso il rito di entrare nel negozio di dischi, rovistare tra gli scaffali e poi per la prima volta ascoltare a casa le canzoni dell’album… In realtà io sono figlia della musica "eterea". Già nella mia adolescenza gli mp3 scambiati con gli amici la facevano da padrone. Però personalmente ho sempre amato e tuttora adoro i dischi fisici: mi piace scartarli, guardare la grafica, leggere i ringraziamenti, ascoltare la scaletta nell'ordine in cui l'artista ha voluto proporcela. Proprio qualche giorno fa ho comprato cinque album di Madonna (che non avevo mai ascoltato) e il nuovo di Agnes Obel. Progetti futuri? Hai qualcosa in mente per il prossimo disco? Al momento siamo in tour con "Contro le onde" e spero che questo disco ci porti a fare ancora tanti concerti quest'anno. Poi ci sono vari progetti in ballo e ovviamente sto già pensando al prossimo disco! Non c'è ancora nulla di definito ma sto cominciando a raccogliere il materiale che ho scritto ultimamente e a farmi un'idea di come potrebbe essere. La Sugar è un’etichetta con un mix riuscito di artisti affermati e in rampa di lancio. Come ti trovi a lavorare con loro? Molto bene. E' un'etichetta che mi piace tanto per la sua dimensione umana e per la saggezza di Caterina Caselli. Può una canzone cambiare l’umore della giornata? Quando ti è capitato l’ultima volta di emozionarti ascoltando un brano? Ci racconti un aneddoto? Certo che può! A me succede molto molto spesso, soprattutto mentre sono in viaggio. Per esempio non sono una fan di James Blunt, ma l'altro giorno stavo guidando e pioveva e, da buona meteoropatica, ero triste. Poi alla radio è partita "Goodbye my lover" e mi sono liberata di tutte le lacrime che non riuscivo a buttare via. Poi se ripenso al liceo e alle mattinate in motorino con i dischi dei Foo Fighters, dei Subsonica o dei Depeche Mode in cuffia…Beh, non c'era altro modo per svegliarsi prima di andare a scuola! Per me anche la suoneria del cellulare è fondamentale, non mi piace rispondere al telefono quindi, per addolcire la pratica, lo squillo deve corrispondere sempre a una canzone che mi piace particolarmente. I dischi che ti hanno influenzato di più nella tua vita? "Five leaves left" di Nick Drake, "Born to shine" di Ben Harper, "Acoustic Extravaganza" di KT Tunstall, "D'amore, di morte e di altre sciocchezze" di Guccini, "The art of tea" di Michael Franks, "Novo Mesto" di Niccolò Fabi, "Mentre tutto scorre" dei Negramaro, "Grace" di Jeff Buckley… ma ce ne sarebbero tanti tanti altri! Dai Led Zeppelin ai Nerd. Ti piace la nuova scena cantautorale italiana? Dente, Brunori SAS, Colapesce…Con chi ti piacerebbe collaborare in futuro tra gli artisti italiani? Mi piace, e mi piace la riscoperta delle parole che si sta avendo. Per restare tra i musicisti che hai citato, stimo molto Colapesce e con lui c'è una bella sintonia. La collaborazione fatta sull'ultimo album dei Perturbazione è stata una esperienza fantastica per me e, ovviamente, ci sarebbero molti altri artisti con cui mi piacerebbe lavorare ma…Meglio non sbilanciarsi troppo! Segui le vicende politiche italiane? Pensi che anche per un musicista sarebbe più facile affermarsi in un altro Paese? Le seguo ahimè. Non saprei dire se all'estero sarebbe più facile affermarsi perché la fama dipende da mille fattori e comunque i musicisti portano nel proprio dna compositivo e interpretativo influenze del posto in cui crescono, che non sempre vengono capite in pieno altrove (anche se le esperienze che ho avuto la possibilità di fare all'estero sono state fantastiche). Ad ogni modo sono sicura che in un Paese con politiche diverse sarebbe più facile fare della musica il proprio mestiere. Se ci fosse un ente di previdenza con regole diverse dall'Enpals, se fossero applicate leggi come quella francese dell'intermittenza. E soprattutto se la cultura tornasse ad avere la sua vitale importanza e dignità agli occhi della gente.Foto: Flavio&Frank
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