Ma la bellezza dove è? Se lo sono chiesti in tanti ieri sera davanti alla tv nella serata inaugurale del
Festival di Sanremo. Partendo dalle canzoni ma soprattutto proseguendo nella narrazione dello spettacolo. Andiamo con ordine più o meno reale. Apre le danze lo show esterno di
Grillo e le sue accuse alla
Rai "responsabile del disastro del Paese", una pillola efficace per far salire l'audience, Leone ringrazierà di nuovo con un ruggito. Si accendono le luci e
Fazio inizia il suo elogio al bello, il buono e il giusto ma il sipario non si apre e così prima dei due operai del Consorzio di bacino delle province di Napoli e Caserta viene in mente
Pippo Baudo. Un tutto già visto insomma che, svanito l'effetto sorpresa, ci fa chiedere cosa farà il Barcellona contro il Manchester City nella notte di Champions.
Peccato perchè il pre-Festival di
Pif era partito bene con un omaggio a Sanremo da far tremare la poltrona all'ufficio turistico locale e un'incursione lessicale su come si scrive il nome della città dei fiori. Ce lo siamo chiesti tutti almeno una volta ma considerato che anche le scritte nella stazione e nei cartelli in città lasciano il dubbio ci pensa il parroco a svelare che non c'entra nulla San Remo, il santo,
"perchè Sanremo è la contrazione dialettale di San Romolo". Pif si illumina e non ci pensa due volte a ribattezzare il tutto
Sanremo&Sanromolo. Il regista de "La mafia uccide solo d'estate" si muove bene e la mossa di far scrivere una previsione sull'audience della prima serata a Fazio è un'intuizione brillante. Chissà se Fabio sarà così tranquillo se oggi venisse replicata l'iniziativa...
La musica inizia con il prologo di
Ligabue che canta splendidamente
Fabrizio De André anticipando la competizione ufficiale aperta con
Arisa che forse vincerà un premio ma non certo quello della moda con la gonna argentata troppo attillata e le scarpe gettate al vento. Una fanfara messicana fa riscattare
Frankie Hi-Nrg con il suo "Pedala" dopo un primo brano troppo sanremese per le sue corde. Poi sale sul palco
Laetitia Casta e Fazio si rigenera ancora brillando di luce riflessa, con improvvisate al microfono in francese "Ne me quitte pas" intervallate da un "Meraviglioso" di
Modugno cantato dalla diva francese. La Casta è un frullato di energia e citazionismo ma ha il suo carisma e il fascino non si discute. Jannacci colora di note di piano il momento prima della pubblicità (molto invasiva per l'intera serata) e del ritorno dei "Campioni".
Si riparte con la
Ruggiero, eleganza al top e voce sempre più in alto degli altri. Questione di tecnica, cosa che i talent non fanno più. Cambia musica con
Gualazzi e
Bloody Beetroots che fanno ballare l'Ariston ma che forse hanno deluso un po' le attese considerate le aspettative altissime. Poi è il turno di
De André, giustamente dispiaciuto perché il suo pezzo migliore è stato tagliato (ma il sistema di votazione non andrebbe cambiato?). La dance ritorna con
Raffaella Carrà che con la sua energia inesauribile fa sembrare una camomilla anche la
Littizzetto che infatti quando c'è la
Raffa si nasconde un po'. Dopo una lunga pausa ritorna finalmente la gara con gli eleganti
Perturbazione che anticipano la chiusura affidata a
Giusy Ferreri che non ci ha convinti ma che ha tutte le attenuanti del caso visto l'orario. Quasi all'una del mattino il sipario si può chiudere. E stavolta senza inciampi.
La formula
Fazio&Littizzetto è sincera ma paga la stanchezza del secondo anno consecutivo. Ah, ma cosa ci siamo dimenticati? Del grande
Yusuf Cat Stevens, look e voce da eterno ragazzo. Il vero vincitore della serata e l'unico momento di vera bellezza è stato lui.
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