Ci sono dischi facilissimi da recensire, persino inutile è il commento dello scribacchino di turno, tanto sono chiari e semplici nel loro contenuto. Ci sono band facilissime da descrivere: fanno quel genere, suonano una musica perfettamente inquadrabile in uno stile noto ai più. Sai già in anticipo, prima di ascoltare il loro Cd cosa dovrai scrivere, tanto essi si muovono nel loro contesto, che già conosci.
E poi ci sono i Radiohead, e tutto questo va a farsi benefire.
Potevano questi quattro proseguire nel cammino intapreso con "The Bends"?, oppure continuare ad allietarci con le melodie di OK Computer (un lavoro già impegnativo da descrivere)?
Potevano questi loschi figuri concentrarsi nell'esplorazione dei territori già percorsi? Manco per niente. Loro sono i radiohead, mica un gruppo qualsiasi. Lui è Thom Yorke, mica un cantante qualunque, leader di una band qualunque.
Amnesiac è, per puro paradosso, la continuazione del percorso intrapreso con Kid A, e se già quel lavoro era risultato spiazzante e indefinibile Amnesiac si spinge ancora più in là. Amnesiac prosegue quel cammino, o forse lo ri-inizia da capo, attraverso mille altre chiavi di lettura.
Nulla è come sembra, nessun suono è posto lì a caso come sembrerebbe. C'è un disegno preciso dietro ad ogni onda sonora, il fatto è che la soluzione sta solo nella mente di Yorke.
Prendete una canzone come "You And Whose Army?": potreste definirla come una versione al rallentatore di "Karma Police"...ma vi rendete conto di cosa significa questo? Rallentare "Karma Police", come se ciò fosse possibile. Renderl infinitamente più acida, più contorta, perdersi nelle sue spire, confondersi...
Per non parlare poi di "Piramid Song": cinque minuti di suoni, voci filtrate, loops, effetti vari, una cosa che in maamno ad altri sarebbe diventata un accozzaglia di rumori, e che incredibilmente con i Radiohead acquista il sapore di un brano compiuto. Qualcuna (vedi "i Might Be Wrong") è persino ballabile...Tutto questo ha dell'incredibile.
Chissà dove ci condurrà il cammino dei Radiohead, la cosa certa è che grazie a tappe come queste il viaggio si fa interessante e appare distante la meta da raggiungere.
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