Sanremo, dischi e libri, Roma, talent e scena alternativa italiana. Una chiacchierata con
Paola Turci senza peli sulla lingua, tra presente, passato e, soprattutto futuro. Con un sogno nel cassetto ancora da realizzare...
Ciao Paola come stai? Ti abbiamo visto in splendida forma a Sanremo cantando e suonando insieme a Riccardo Sinigallia. Ti facciamo i nostri complimenti! Come è stato ritornare all'Ariston nel palco "più amato e odiato" d'Italia? E il Festival ti è piaciuto? Ti piacerebbe tornarci un giorno?
Buongiorno, qui tutto benissimo! Io sono tra quelli che ama il Teatro Ariston quindi tornare ogni volta mi dà sempre molta gioia, specialmente senza le troppe pressioni della gara. Qui ero in qualità di ospite di Riccardo Sinigallia e ho portato con me anche la mia chitarra elettrica, quindi sono doppiamente felice. Vivendolo dal di dentro si possono dare valutazioni diverse rispetto a chi lo guarda da casa in tv. A me è piaciuto: dal regista, agli autori fino a Mauro Pagani. E ho sentito anche ben due canzoni a mio avviso molto belle: quella di Riccardo (mi piace anche tutto il disco, che ho comprato e sto ascoltando in questi giorni) e il brano vincitrice del premio della critica , "Invisibili", di Cristiano De Andrè. La voglia di tornare si lega sempre a un progetto, o alla soddisfazione di aver fatto qualcosa che vuoi proporre. Se il mio nuovo lavoro coinciderà con questi requisiti perché no?
Quali sono i tuoi prossimi progetti? Stai pensando a un nuovo disco? Se sì, come sarà?
Sto lavorando a un nuovo disco e sto scrivendo un libro per la Mondadori. Due progetti che raccontano la strada percorsa finora, fatta di incontri, coincidenze ed esperienze che mi hanno trasformata. E' una bella occasione per me di guardare oggi, con tenerezza e rispetto, a quello che ho fatto.
Che musica stai ascoltando in questo momento? Nello stereo girano dischi nuovi o di qualche anno fa?
In pochi anni ho cambiato tre città perciò mi riesce difficile viaggiare col giradischi, anche se vorrei che la musica tornasse tutta al vinile. Il mio stereo si chiama Spotify (ma anche radio, Stereomood, Deezer) e ascolto tantissima musica. Mi piace fare playlist di ogni genere: passo da Cesare Picco a Trentemoller, da Pharrell Williams ad appunto Riccardo Sinigallia.
La tua è una carriera di successo con tanti dischi, collaborazioni importanti e scelte coraggiose. Hai scritto canzoni profonde di tuo pugno. Che opinione hai dei talent show e delle nuove generazioni di cantanti?
Molti interpreti usciti dai talent secondo me sono a un livello superiore rispetto a quello degli anni passati. Però si vedono pochi e poche songwriters. Sarà la cifra di questi tempi. Forse.
Chi ti piace della nuova scena musicale italiana?
Mi piacciono quelli che osano, che non fanno canzoncine. Quelli che non pensano che chi ascolta deve essere per forza una capra. Mi piace chi è "iniziatore", chi non si omologa e non segue le mode o quello che funziona in radio.
C’è qualcosa che non ripeteresti nella tua carriera?
Non levarmi gli sbagli, non saprei più chi sono.
L’attuale scena musicale romana come ti sembra? Ci sono posti per suonare dedicati alle band emergenti? Hai ascoltato I Cani, uno dei gruppi in ascesa della capitale?
Non vivo a Roma da diversi anni, ma tornerò tra qualche mese e non vedo l’ora di scoprire nuovi posti dove andare ad ascoltare musica dal vivo. Sono rimasta al Contestaccio e al Localino, e leggo che sono ancora ben frequentati. Sì, conosco I Cani, non tutto il repertorio, ma quello che ho sentito mi piace.
Hai un timbro vocale molto particolare, con delle caratteristiche uniche. Quanto tempo dedichi al canto? Fai esercizi specifici?
Il mio esercizio è cantare sempre. Li faccio “tecnici” solo se ne ho bisogno.
Ci racconti un aneddoto divertente della tua carriera?
E chi se lo ricorda così su due piedi?!
Il tuo disco a cui sei rimasta più affezionata qual è?
Ne ho molti di più di uno! Faccio prima a dire la canzone alla quale sono più legata che per vari motivi è "Stato di calma apparente".
Un sogno nel cassetto da realizzare ancora grazie alla musica?
Fare l’attrice!
Luca Stefanucci
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