Nel 2001 c'è stata una flessione nel mercato discografico italiano. I dati sono stati diffusi dalla societa di revisione Price WaterhouseCooper, come spiega la Fimi, che ha sottolineato come 'complessivamente il mercato cala del 9% a unità vendute e del 7,92% a valore. Le unità vendute sono state 43,849 milioni circa rispetto ai 48,185 milioni del 2000. Il fatturato del 2001 è stato di oltre 338,7 milioni di euro (655 miliardi di lire) contro i 367,8 milioni di euro (712 miliardi di lire) dell'anno precedentè'. I dati evidenziano come il Cd album, 'la fetta più importante del mercato, ha perso il 2,9% a quantità e il 3,13% a valore. I Cd singoli calano dello 0,65% a quantità e crescono dell'1,44% a valore. Continua -prosegue la nota- il declino del supporto musicassetta che perde il 35,5% a quantità e il 34,5% a valore. Scende la MUSICA classica che perde complessivamente il 23,5% a quantità e il 10,9% a valorè'. A fronte di questi numeri negativi, risultà però una affermazione del repertorio italiano che, secondo la società di revisione, 'aumenta la propria quota di mercato del 4,8% a valore rispetto all'anno precedente passando dal 38,8% del 2000 al 43,6% del 2001 contro un 52,6% dell'internazionale, che perde il 4,7%'. Il segmento video musicali cresce del 99% ad unità e del 134% a valore, 'performancè dovuta 'alle buone performance dei titoli in Dvd e alla crescita consistente del segmento edicola e premium'.
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