Nonostante tutto si può dire che il proprio Festival di Sanremo
Riccardo Sinigallia lo aveva già vinto al termine della sua prima esibizione. E ci voleva poco perchè ciò accadesse, bastava semplicemente che le telecamere e le radio nazionali (ma il discorso andrebbe fatto per tanti altri artisti e i Perturbazione sono un'altra conferma di questa teoria) si sincronizzassero con la voce di uno dei cantanti di maggior talento degli ultimi anni. L'album
"Per Tutti" è uscito al momento giusto nella carriera di Riccardo che ha deciso di incementare le dosi di melodia per accedere a una platea di pubblico più ampia. E il Festival è stato un ottimpo trampolino di lancio. Il risultato è un disco che mette in luce tutte le passioni musicali dell'ex Tiromancino e una ricchezza musicale interessante. La nostra intervista inizia con Sanremo e finisce nel futuro...buona lettura!
Lo so che te lo avranno chiesto almeno un milione di persone nelle ultime settimane ma dobbiamo (ri)partire da qui: ci spieghi cosa è successo a Sanremo?
E' successo quello a cui abbiamo assistito tutti insieme, sono stato invitato al Festival con mia grande sorpresa e soddisfazione personale; ho cantato la mia canzone che, effettivamente in qualche occasione ma in forme diverse, avevo eseguito davanti a poche persone prima del Festival, ma assolutamente senza l’intenzione di procurarmi dei vantaggi. E sono stato squalificato per un video girato da qualcuno che mi aveva ripreso un pomeriggio in cui l'avevo suonata in un clima di gioia per il mio amico scrittore Lorenzo Amurri. Il regolamento, che mi permetto di dire che forse andrebbe aggiornato, è stato applicato.
Chiudiamo la parentesi sanremese con una domanda: come è stato cantare sul palco con Paola Turci nella serata dei duetti? L’abbiamo intervistata recentemente e ci ha detto che sta ascoltando e le piace il tuo disco.
Mi fa molto piacere! Paola Turci, come del resto Marina Rei, è un'artista-musicista che stimo per la coerenza e l'impegno che la contraddistinguono.
“Per Tutti” è un disco vario ed eclettico. C’è il pop, la canzone d’autore, l’elettronica. Il titolo dell’album cosa rispecchia? Ho pensato che forse rispetto ai tuoi lavori precedenti c’è una maggiore apertura verso l’esterno e quindi questa è stata la prima ipotesi che mi è venuta in mente. L’altra riguarda proprio l’ampio respiro musicale presente nelle canzoni anche se poi in un brano come “Per Tutti” ci ho letto anche una certa voglia di rivincita. Ci dai la versione esatta e definitiva?
E' un titolo che raccoglie queste tue due diverse interpretazioni e chiude un percorso che avevo iniziato con il mio primo disco da solista, che porta il mio nome e cognome, ed è una specie di radiografia; proseguito con “Incontri a metà strada” in cui facevo i miei primi passi verso l'ascoltatore. In “Per Tutti” c’è l'intenzione di rivolgermi a più persone possibili.
Nell’album la qualità non manca. Ma in particolar modo ciò che più mi ha colpito sono gli arrangiamenti. C’è un retrogusto di “Anima Latina” di Lucio Battisti ne “Le ragioni personali” e anche l’uso dell’elettronica è efficace: in “Una rigenerazione” ci sento addirittura qualcosa dei Telefon Tel Aviv e in “Per Tutti” dei New Order. C’è una bella cura del dettaglio.
Anima Latina fa parte di me e quindi ci sta in pieno, i Telefon Tel Aviv li ho apprezzati ad un concerto una decina di anni fa, ma probabilmente i riferimenti all'uso dell'elettronica sono precedenti a quel periodo. Ho sempre amato gli strumenti elettronici e non posso dire di averli visti nascere, ma sicuramente siamo cresciuti insieme. Stesso discorso va fatto riguardo a “Per tutti” i cui riferimenti musicali spesso sono rimandati ad alcune uscite elettro-pop degli ultimi dieci anni anche se ci sono molti dischi e molti artisti – New Order inclusi – che mi hanno accompagnato in questi 44 anni. Sono comunque tre nomi a cui sono felice di essere accomunato, quindi ti ringrazio.
In molti brani sembri fare i conti con il passato che ha lasciato qualche cicatrice. Ma si sente anche allo stesso tempo il desiderio di cambiare pagina.
Credo di poter dire senza presunzione che più che di un desiderio si tratti di una presa di coscienza in atto.
13 07 2010 è un acquarello ambient con delle atmosfere cinematografiche. Hai già realizzato musica per il grande schermo. Ti piacerebbe ripetere l’esperienza?
Sì mi piace molto e sto continuando a farlo, ho appena finito con i deProducers di comporre la colonna sonora de “La vita Oscena” di Renato De Maria, un film tratto da un'autobiografia di Aldo Nove, e stiamo per iniziare quella di “Italy in a day” per la regia di Gabriele Salvatores.
Cosa stai ascoltando ultimamente?
Francesco di Bella & Ballads Cafè, l'ultimo di Beck e Spotify random.
Hai scritto canzoni di successo per altri artisti, hai contribuito alla popolarità dei Tiromancino sperimentando in carriera anche molti generi musicali tra cui, come abbiamo prima ricordato, colonne sonore per il cinema. Perché Riccardo Sinigallia non è mai “esploso” tra il grande pubblico?
Preferisco bruciare lentamente...
Quali sono i tuoi prossimi progetti? Partirà a breve un tour?
Sì, stiamo cominciando a mettere in piedi il prossimo spettacolo; negli ultimi anni ho fatto piccoli concerti con la chitarra o in duo con Laura, ora ho voglia di rifare un'esperienza con una band più ampia che preveda anche una parte di elettronica suonata.
Cosa pensi del mercato musicale attuale? Il supporto fisico scomparirà?
Può darsi. Sembra abbastanza prevedibile, anche se la questione del supporto mi interessa meno rispetto alla questione del repertorio e della sana valorizzazione della musica italiana e del relativo prodotto discografico. C'è molto da rivedere e molto da ricostruire.
Tra le tante qualità che ha la musica…Scegli un aggettivo per descriverla.
Evocativa.
(Foto: Fabio Lovino)
Luca Stefanucci
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