Dopo aver riscosso pareri positivi e consensi anche inaspettati continuo il mio viaggio nello spazio e nel tempo presentando altri due conflitti in parallelo: una donna e un uomo, una sacerdotessa e un poeta (già presentato in Deviazioni), un unico legame: la terra.
Medea, conflitto passionale
""¦noi donne non dico siamo un male ma siamo quel che siamo"¦" (Euripide)
La tragedia greca è una fonte inesauribile di modelli esemplari e mirabili di conflitti. Edipo e il destino fatale a cui non può sottrarsi nonostante tutto, Alcesti, Ippolito..Un teatro che con la mitologia cerca di educare la polis, miti sempre davanti a vicende e contrasti di ardua risoluzione. Esamino quello più moderno, si legga la cronaca di questi giorni sciagurati. Lo esamino basandomi non sulla versione drammaturgica di Euripide ma su quella cinematografica di Pier Paolo Pasolini (Tralascio, per procedere indenne, gli sterminati conflitti di Pasolini, quelli suoi personali e quelli da lui commentati).
Nel suo film "˜Medea' (
1969-1970), il mito estetizza e individualizza il processo tragico degli urbanizzati, i suoi "˜accattoni'. Giasone, cresciuto da un centauro in una capanna, ventenne si reca a Jolco per rivendicare il trono usurpatogli dallo zio Pelia, il quale gli assicura che avrà il regno solo a patto di conquistare il Vello d'Oro. Giasone riesce nell'intento grazie all'aiuto di Medea (interpretata da Maria Callas), sacerdotessa e maga. Dieci anni dopo Giasone a Corinto dove ha portato Medea, vuole sposare Glauce figlia del re. A questo punto Medea abbandonata e ripudiata, medita vendetta. Dopo che le è apparso in sogno il suo padre mitico, il sole, uccide Glauce e i suoi figli e impedisce a Giasone di dar loro sepoltura appiccando il fuoco alla propria casa. Le fiamme che la divorano si confondono con la luce rosso-sangue del sole al tramonto, che conclude il film, così come l'aveva iniziato.
Medea sacerdotessa della terra della campagna di Jolco per amore si è inurbata ed è costretta con la tragedia a pagare lo scotto e purificandosi con il sangue del suo sangue a tornare ad una condizione primigenia. Unico sacrificio possibile per colmare le assenze. La prima parte del film con i riti di Medea, la Colchide è un film muto silente e carico di atmosfera, accompagnata da un canto funebre ancestrale. Una volta a Jolco, in Tessaglia, già non sente la voce del sole e della terra e il nuovo logos le si presenta indosso come i nuovi vestiti messi dalle ancelle con i colori della nuova civiltà. Il film cambia tono e atmosfera, canti, chiacchiere, lei già avverte il disastro del cambiamento. E così Corinto, la nuova città, le nuove nozze di Giasone"¦Il disastro...La decadenza"¦.il sole che le parla in sogno. Solo il sole rosso sangue chiude, come l'aveva aperta, la scena del film. è con il mito che "pur sempre utilizza la "˜forza del passato' come dirompente forma di contestazione della volgarità del presente." (S. MURRI, Pier Paolo Pasolini, Milano, Il Castoro Cinema, 1995, p. 76)
Medea: passione totale
Giasone: arrampicatore sociale
Conflitto: passione "" abbandono, tragedia umana
Esenin, conflitto identitario
"¦Ti saluto dai paesi di domani che sono visioni di anime contadine in volo per il mondo"¦.(F. De André "" I. Fossati, Anime Salve)
SergeJ Aleksandrovic Esenin (
Konstantinovo 1895-Leningrado 1925) si considerava, pavoneggiandosi con accorato lirismo e sfuggente rimbaudiano maledettismo, l'ultimo poeta contadino. La rivoluzione bolscevica rappresentò per il nostro un avvenimento sconvolgente: e pur accettandola a livello razionale, avvertì che stava a rappresentare la fine della vecchia Russia patriarcale. La sua fu una vita irrequieta. Soggiornò nella Parigi maudit. Sposò repentinamente a Parigi la bella ballerina statunitense Isadora Duncan, la più ambita donna di Parigi, femme fatal. Trascorsero giornate intere chiusi in una stanza d'albergo secondo le cronache rosa. Altrettanto repentina la fine della loro unione. Uscì dall'alcolismo che lo attanagliava da tempo. Tornò in patria. Morì suicida. La sua poesia descriveva la sua Russia contadina con le sue decadenze e il proprio tormento interiore con i suoi ritorni ("˜Il ritorno interiore').
La sua bio-bibliografia è lo specchio più profetico, estremo della civiltà contadina che incontra il progresso sociale, la rivoluzione, l'internazionalismo, Esenin è uno dei primi sensibili agnelli sacrificali. Il suo esasperato suicidio, la sua vita confusa, i suoi amori passionali e incapaci, il suo congenito attaccamento lirico alla natura sono la metafora vivente del suicidio della civiltà contadina, dal suo inquinato imbriacato incontro con la civiltà di massa, la sua malinconica poeticità memoriale e naturalistica (la campagna nell'Italia centrale nel '900). La sua fatale conclusione, la sua tragedia interiore è il segno dei tempi nuovi, velocissimamente futuristici"¦In cui l'uomo perde il senso delle cose perché non fa più in tempo a trovarne uno con cui formarsi.
Esenin uomo: radici contadine
Esenin poeta: fascinazioni urbane
Conflitto: tradizione "" innovazione, lotta interiore tra sé e le proiezioni di sé
Rubrica di Albano Ricci, inviato da
www.latalante.it
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