Marzo 2014, mentre la primavera cercava di sbocciare, è uscito
"Il Nostro Tabacco Sa D'Amore", l'album de
Il Re Tarantola tra i cantautori più brillanti della nuova e fertile scena Made in Italy. Canzoni di tutti e per tutti i giorni cantate con una fresca ironia affogata in un bicchiere di nostalgia. Il Re Tarantola è un personaggio tutto da scoprire e noi abbiamo cercato di capirci di più in questa intervista...
Quanto tempo hai impiegato per registrare l’album? Hai fatto tutto da solo?
E' passato così tanto tempo che non mi ricordo neanche bene... Il disco infatti l'ho registrato nel 2012, ci ha messo un po' ad uscire... Penso d'averci impiegato un mese/un mese e mezzo, probabilmente a cavallo tra aprile e maggio 2012... lo dico perchè l'album è stato registrato nella mia stanza, sala prove/home studio dove non c'è il riscaldamento, quindi in primavera, dopo 5-6 mesi di impraticabilità dello studio. Ho sempre molta voglia di registrare e mi metto lì a provare un po' tutto. Questo per quanto riguarda le registrazioni, la scrittura dei pezzi invece non ha avuto una durata precisa, perchè alcune canzoni hanno anche 10 anni, mentre altre sono state scritte appena prima della “ri-apertura” dello “studio” (la mia stanza su di sopra). Per quanto riguarda la seconda domanda si, ho fatto tutto da solo, suonato, registrato ecc... per questo, nonostante si tratti di canzoni semplici ci ho tenuto un po' a registrarle, perchè facendo da solo e non avendo mai acquisito molte nozioni in merito (a parte un manuale di registrazioni che ho comprato in un centro commerciale), non potevo aspirare ad un suono “bello”, ma piuttosto ad un suono personale e per farlo mi sono praticamente barricato in quella stanza per un mese/un mese e mezzo con una stecca di sigarette che mi ero portato da una trasferta di lavoro a Livigno...
Parlaci della tua storia musicale, il tuo percorso e come ti sei avvicinato alla musica.
Mi sono avvicinato alla musica da piccolissimo grazie a mio papà (che ha un'impressionante collezione di dischi) che durante i viaggi per andare al mare mi faceva sentire, da una radio a batterie (perchè non avevamo l'autoradio),
Bob Marley e
Bruce Springsteen e mio fratello di due anni più grande di me, che alle medie ha passato un breve periodo da mezzo rocker/metallaro e mi faceva ascoltare, a me che andavo alle elementari, le cassette dei gruppi che andavano in quegli anni lì dei primi anni 90'... cose che non mi sono mai piaciute tipo
Guns 'n' Roses, Metallica ecc... tra cui però c'erano anche i
Nirvana e qualcosa di punk che a me piaceva (mentre a lui mica tanto) e allora ho cominciato ad ascoltare quella musica lì. La prima cassetta che ho comprato è stata, quando avevo 9 anni, quella del primo album degli
Iron Maiden perchè all'epoca andavano molto di moda le loro t-shirt e ne volevo una anche io e mio fratello mi disse che erano magliette di un gruppo hard-rock, allora comprai la cassetta e mi piacque molto. La mia adolescenza l'ho passata appunto con i Nirvana e il grunge, poi ho conosciuto la musica indipendente italiana e un po' quella sgangherata estera, come
Violent Femmes, Daniel Johnston, Moldy Peaches. Più o meno adesso ascolto si e no una trentina di gruppi/progetti musicali in tutto, e molti sono dei miei amici...
“Oggi è un dì di festa e ho le lenzuola nuove che meritano rispetto, quindi prima di dormire andrò a fare una doccia”. Una fantastica banalità che mi ha colpito (io mi comporto allo stesso modo). Riusciamo ancora a dare un giusto valore al dì di festa?
Non so gli altri, ma io penso di si. Ad esempio io ed Emma (la mia morosa che a volte suona la batteria ai miei concerti) siamo perennemente a dieta. Dieta che si interrompe ad ogni giorno di festa, anche il più insignificante, che magari qualche volta ci inventiamo pure. Per la cronaca mentre scrivo stiamo festeggiando i 6 anni insieme (Auguri!ndr).
Fai solo il musicista o svolgi anche un altro lavoro?
Premetto che per me il lavoro è ancora quella cosa che ti permette di mantenerti, di comprarti da mangiare, pagare le spese e vivere più o meno dignitosamente, perciò mi sento di dire che di questi tempi, il 99% (no dai forse esagero, diciamo il 90%) delle persone che ti dicono “io di lavoro faccio il musicista” praticamente stanno ammettendo di essere mantenuti dai genitori. Io, ora come ora, sto vivendo la situazione ideale del lavoro più o meno part-time in una comunità socio-sanitaria, che integro andando in giro a suonare con Il Re Tarantola e occupandomi di promozione di alcune band...
Chi ti piace della scena indie italiana? Ci racconti qualche aneddoto curioso capitato a un concerto?
Io ho un “problema” che è quello che a volte mi affeziono alla musica che segna un periodo della mia vita e non riesco più a giudicarla senza essere di parte. Ad esempio dal 2000 ad oggi avrò visto sicuramente più di 20 concerti dei
Tre Allegri Ragazzi Morti, ormai quando suonano a Brescia o a Bergamo ed ho l'opportunità di andarci ci vado con l'atteggiamento di una gita tra amici, riesco a riconoscere almeno la metà delle facce tra il pubblico e potrebbero fare il disco più brutto del mondo che io me lo ascolterei a ripetizione lo stesso. Questo succede anche con i gruppi di miei amici, magari sconosciutissimi e magari già sciolti, che però segnano un periodo della mia vita.Ee la stessa cosa è successa con alcuni gruppi con cui ho avuto la fortuna di suonare in giro per l'Italia o che per coincidenze strane, ho avuto modo di conoscere personalmente, per fare dei nomi:
Fraulein Pottenmeier,
Musica per Bambini,
Marydolls, C+c=Maxigross, Dino Fumaretto, Cronofobia. Poi ascolto spesso i
Verdena, gli
Zen Circus, Giorgio Canali e
Uochi Toki. Di aneddoti capitati durante i concerti ce ne sono tanti, ma come al solito, quando servono non mi vengono in mente...Però posso dire che, come confermeranno anche altre band frequentatrici dei locali più degradati dello stivale, con la frequenza di un concerto ogni 3 o 4, è immancabile la presenza di quello che chiamo “Il disturbatore”, soggetto di solito devastato dalle droghe psichedeliche di 20-30 anni prima assunte in una delle tante discoteche alla moda dell'epoca, che dopo aver passato praticamente tutto il concerto accanto a te sul palco, ad un certo punto, poco prima della fine, deve impossessarsi assolutamente del microfono e cantare una tua canzone, senza sapere minimamente le parole e la melodia, ma sbraitando versi a caso, o adattandoci una canzone famosa di qualcun altro. Quando succede questa cosa è sempre bellissimo. Veramente.
Anche se stilisticamente siete diversi, la tua attitudine musicale mi fa ricordare un po’ il primo Bugo. Ti rivedi nel paragone?
L'ho sentito/letto più volte questo paragone, però come al solito mi tocca rispondere che sfortunatamente non ho mai ascoltato più di tanto Bugo, quindi non so dirti... Però visto che lo pensano in tanti magari è vero.
Da dove nasce il nome Re Tarantola?
Il Re Tarantola nasce da una serata alcolica giovanile dove qualcuno mi aveva tirato in mezzo paragonandomi al “Re lucertola”, ma probabilmente ha sbagliato qualcosa... storia per niente esaltante ed anche un po' triste, come vedi...
“Stanno diventando troppe le cose che dico che farò domani e che domani non faccio mai”. Ci anticipi quale sarà la prossima?
Probabilmente sarà promettere che domani ti invierò queste risposte.
“
Erano belli i prati verdi, i compleanni a nascondino e Crystal ball, giocare a calcio ed usare zaini come pali per le porte immaginarie”. Questa è stata l’adolescenza di tutti quelli cresciuti negli anni 80’ e 90’. Adesso è cambiato tutto in pochi anni. E’ normale essere nostalgici a nemmeno trenta anni?
E' normale in quanto fa parte del gioco della vita di tutti i giorni, come lamentarsi del tempo o di qualcos'altro... Tra l'altro io non ho cominciato mica adesso ad essere nostalgico, lo sono da sempre. Già quando sono nato piangevo perchè probabilmente stavo meglio nella pancia di mia mamma, poi sono andato all'asilo, ma preferivo stare a casa, poi sono andato alle elementari, ma preferivo l'asilo, poi alle medie, ma preferivo le elementari, poi alle superiori, ma preferivo le medie, poi sono andato all'università, ma preferivo le superiori ed i miei genitori non mi obbligavano più ad andarci, anzi, non mi davano neanche i soldi per frequentare, allora ho mollato e sono andato a lavorare e adesso mi lamento perchè non ho avuto l'occasione di proseguire dignitosamente l'università. In realtà è già 30 anni che penso che gli anni che ho passato siano più belli di quelli che sto vivendo e probabilmente non è vero. Ad esempio era dal 98' che aspettavo il
Winner Taco, quest'anno l'hanno rimesso in produzione e l'ho mangiato, ma non è poi così buono come me lo ricordavo. Può darsi che più che essere nostalgici, facciamo fatica ad adattarci ai cambiamenti, il problema è che oggi cambia tutto più velocemente, così velocemente che probabilmente tra 10 anni, se saremo ancora vivi, non ci ricorderemo niente.
Luca Stefanucci
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