Per una certa fetta dell'Italia musicale la televisione sarà accesa solo per loro. I
Perturbazione tra poche settimane saranno sul palco del
Festival di Sanremo e non c'è dubbio che come portabandiera della musica indipendente d'autore (con la A maiuscola) pochi gruppi hanno le carte in regola come la band di Rivoli che nel 2002 stupì lo Stivale con l'album
"In circolo" pietra miliare del pop italiano degli anni zero.
I Perturbazione a Sanremo fanno bene alla salute. E' aria fresca e meritocrazia, attesa e curiosità. Ma soprattutto è la consacrazione di una band artigiana della melodia che dopo anni di "nicchia" arriva a testa alta e con le credenziali giuste per godersi il palcoscenico più amato/odiato della canzone italiana. Di questo e altro abbiamo parlato con il cantante della band
Tommaso Cerasuolo. La prima domanda non poteva che riguardare le aspettative che si provano a meno di un mese dal grande esordio...
"Sarà bello starci dentro piuttosto che viverlo da fuori. Sanremo è l'Italia, ci sono tante emozioni contraddittorie. Per non parlare di quanto sarà stimolante esibirsi con un'orchestra ricca di elementi".
Ma se la partecipazione al Festival per molti fan è stata una vittoria, per altri l'opinione è stata di segno opposto. Succede sempre quando un gruppo ha nel proprio repertorio canzoni personali e identificative come quelle della band torinese. In passato è successo ai Baustelle dopo il passaggio ad una major, oggi è il turno dei Perturbazione pronti ad affacciarsi a platee "meno intime " di quelle attuali. Ma le critiche di "venduti" non preoccupano Tommaso che risponde con ironia: "
Allora siamo venduti da anni!". Ma poi si fa serio: "
Non ci sentiamo di tradire nulla e nessuno e non siamo nemmeno gli outsider come ci dipingono quelli che non ci conoscono. In ogni caso non ci deve essere ideologia e l'unica verità da giudicare è che esistono solamente le buone e le cattive canzoni". E quelle che portano i Perturbazione all'Ariston come saranno? "
L'Unica - spiega il cantante -
è un brano con delle sonorità che si avvicinano di più a quelle di Musica X, il nostro ultimo disco. L'Italia vista dal bar è invece un pezzo più classico con una bella melodia. Siamo molto soddisfatti di entrambe anche se forse L'Unica è quella che ci rappresenta meglio in questo preciso momento" .
Già,
Musica X, l'ultimo album che ha spostato gli orizzonti musicali del gruppo verso l'elettronica e una dance elegante d'autore. Merito anche del produttore
Max Casacci, mente sonora dei
Subsonica. Un cambio per certi versi spiazzante ma giunto al momento giusto dopo la "sbornia" di canzoni presenti nel doppio
"Del nostro tempo rubato". Brani dall'abito nuovo dove la ritmica ha allontanato la centralità di uno strumento simbolo del gruppo come è il violoncello. "
Ci piace cambiare - spiega Tommaso -
e non fare sempre gli stessi album. Ma se mi chiedi se sia una svolta definitiva ti rispondo di no, magari fra qualche anno faremo un disco di musica classica!"
I fan di vecchia data si chiederanno quanto saranno cambiati i Perturbazione dagli
esordi. Da quel mondo di passioni, adolescenza in fase di tramonto e simbolismo da semiotica del pop di cui si cibava
"In circolo" il primo album in lingua italiana della band dopo gli esordi in inglese. "
Per quanto riguarda le canzoni di In circolo - spiega Cerasuolo -
a distanza di dodici anni le trovo ancora molto attuali. Anzi non sono invecchiate per nulla. Per noi l'album ha rappresentato una spremuta di dieci anni della nostra vita, il primo vero disco maturo in cui molta gente che attraversa la fase di passaggio dai venti ai trenta anni continua ancora a riconoscersi. Proviamo molto affetto per quelle canzoni. Se ripenso a come eravamo allora mi piace l'ingenuità con cui affrontavamo molte cose ma allo stesso tempo sono felice di come siamo diventati maturi adesso".
La nostra chiacchierata telefonica in un pomeriggio piovoso di gennaio (che non è il mese più freddo dell'anno) finisce qui. I Perturbazione dopo Sanremo partiranno in
tour e pubblicheranno una edizione "extra" di Musica X.
P.S: Tommaso c'è qualcosa che temi del palco dell'Ariston?
"No, o meglio, cose normali da cantante, il raffreddore eccetera...". E basta?
"Già, è vero, sul palco dovrò parlare io dopo la canzone...". Noi facciamo tutti il tifo per loro!
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