Nell’album si respira uno spirito di ribellione e sarcasmo. Ma c’è anche disagio e fatalità espressa con efficacia nel “Cantico delle fotografie” dalla frase “se la vita è uno sport io non sono un campione”… Ci hanno insegnato a combattere tutti contro tutti, nella società del prodotto, siamo come delle aziende che si fanno concorrenza. Mentre la bellezza di questo mondo un po’ noioso è proprio nelle nostre diversità. Noi ci tiriamo fuori da questa gara all’utlimo sangue, da questo talent show dell’esistenza. In “La pasticca blu” cantate di quanto è difficile avere una vita sentimentale tranquilla in un’epoca di incertezze e disagi sociali. Pazienza e sopportazione sono messe sempre più a dura prova nella vita di coppia. Il problema delle coppie è che sono formate da persone che cercano di essere completate da altre persone. La felicità non la possiamo trovare al di fuori di noi, ma sempre e solo dentro di noi. Se le coppie fossero formate da 1+1 = 2 “persone” e non da 0.5 + 0.5 = 1 sarebbero più felici di sicuro. In “James Douglas Morrison” a un certo punto dici che “adesso nel mercato ci sono io”. Siete una band con un certo background e che alimentate un’ attesa crescente nel vostro pubblico. Si sente un po’ il peso della responsabilità o la paura di sbagliare adesso che siete a un punto di svolta della vostra carriera? In quella canzone, come in tante altre, parliamo del sottile confine che c’è tra opera e prodotto. E’ difficile entrare nel mercato e restare puri, dato che sempre di prodotti stiamo parlando. Ci vorrebbe un po’ più di sincerità nel mondo dell’arte. O almeno ci vorrebbero più dubbi. E ci vorrebbero più artisti che pensassero meno al cachet. “La rapina collettiva” : ci parlate di come è nato questo brano? Una volta i nostri genitori, quando eravamo piccoli e incendiari, ci dicevano di fare i bravi. Con la situazione politica attuale in Italia, sento i nostri genitori, i genitori di tutti, parlare un poco in questo modo, con frasi tipo “ammazzateli tutti!!! Tagliategli la testa!!! Metteteci le bombe!!!!". Ho immaginato una rapina collettiva, tutti noi in mezzo ad una strada, con i sorrisi coperti dal passamontagna. Siete una band nata in una città di provincia. Come è cambiata l’infanzia dei ragazzi adesso? Prima c’erano le sale giochi nei bar e i parchi con il pallone, adesso trionfano le slot machine e le ore davanti ai social network. Rimangono rintanati dentro i loro palazzi, alti e grigi, dove non si sente il vento! Penso che tra qualche decennio perderanno la capacità di parlare, e se dovessero avere ancora voglia di uscire di casa (dubito, dato che credono di avere la vita dentro il pc) probabilmente parleranno con delle tastiere, piuttosto che con la bocca. Chi vi piace della scena attuale italiana? Credo sia un buon periodo, in questo inizio del 2014 sono usciti molti dischi. Mi piace molto quello de I Cani. Detta con un aggettivo cosa rimane della famosa giornata del primo maggio? Un lucido attacco ad ogni sorta di potere, da parte di un gruppo di giovani pensanti, come ce ne sono molti in circolazione. Anche se vogliono farci credere che siamo tutti scemi. Cosa c’è di bello oltre la musica per accendere le nostre giornate? Il cibo e il vino. Se poi riesci a fare sesso, male non fa. Luca Stefanucci
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