Dopo il trionfo di consensi allo scorso Festival di Sanremo, Renzo Rubino non è più una sorpresa. E il suo tour teatrale lo ha dimostrato. L'artista ci apre le porte del suo mondo svelandoci alcune curiosità riguardo la sua vita da musicista e i suoi punti di vista. E quella volta che ad un concerto di Albano Carrisi...
Renzo, Iniziamo da qua: febbraio 2014, Sanremo. Come ti è cambiata la vita da quando sei stato premiato sul palco dell’Ariston?
Nessun cambio significativo: molti chilometri, molta curiosità, molti concerti e molta responsabilità.
Provieni dalla scena alternativa, il tuo successo tra il grande pubblico è anche una dimostrazione che non ci sono più confini netti tra indie e mainstream. La classifica dei dischi più venduti, anche se i numeri sono chiaramente in ribasso rispetto a qualche anno fa, è popolata da molti artisti che una volta sarebbero stati considerati di nicchia. Lo stesso si può dire per tante band emergenti che popolano le trasmissioni televisive. Può essere considerata come una svolta la partecipazione a Sanremo degli Afterhours qualche anno fa? O ci hanno pensato “democraticamente” il web e i social network?
Mi sembra più la seconda. Il web è una forma di democrazia diretta. Non sono più le case discografiche a dirti cosa è buono e cosa non lo è ma ce lo si dice l’un con l’altro direttamente. Il mercato del cd degli artisti cosiddetti mainstream è crollato molto di più del mercato indie dove si trova decisamente più qualità, quindi sono proprio questi ultimi ad entrare in classifica. Ricordiamoci che la qualità la si vuole possedere, il resto lo si vuole usare, quindi anche gratis, da Spotify o strumenti simili.
Quali sono le differenze tra i tuoi primi due dischi? Su cosa ti sei concentrato prevalentemente in “Secondo Rubino”?
Innanzitutto è bene sapere che sono entrambi dischi fatti in tempi brevissimi per via delle scadenze. Nessun pre-pensiero. C’erano un certo numero di canzoni, abbiamo scelto quelle che secondo noi erano le più belle. Attenzione! Non quelle che funzionano di più anche perché chi ti dice cosa “funziona” di più è un millantatore e dovrebbe andare in televisione a dare i numeri del Lotto. Ripeto: abbiamo scelto le canzoni più belle e che mi rappresentavano di più e le abbiamo vestite secondo quello che consideravamo l'abito migliore per “quella” canzone. Rispetto al primo disco “Poppins” c’è decisamente più groove e in alcune canzoni un uso diverso degli archi usati quasi come fossero una chitarra elettrica.
Il tuo tour è passato per i teatri italiani. Ti manca un po’ la dimensione del club? Quali sono le principali differenze che hai riscontrato?
No, la mia dimensione è il teatro. Mi piace, c’è la giusta distanza tra pubblico e palco. Sta poi all’artista abbattere o meno la “quarta parete” che è la parete immaginaria che divide appunto il palco dagli spettatori. A me piace abbatterla e quindi anche il teatro diventa club. Il teatro consente un uso delle luci più efficace. Mi piacciono le luci.
Ma è vero che da ragazzo per suonare in pubblico ne inventavi di tutti i colori? Raccontaci qualche aneddoto...
Una volta mi sono presentato ad un concerto di Albano Carrisi con la mia band e ho convinto il promoter a farci suonare prima in apertura di concerto. Mi sono mascherato fingendomi un pianista londinese di passaggio in Italia per suonare ad un festival di musicisti di strada che organizzava mio padre che non voleva io suonassi.
Ma con la cultura in Italia ci si mangia oppure no? Essere un musicista nel 2014 cosa significa?
Io non ci mangio. Nessuno ha ancora capito come trasformare in denaro la musica stante la perdita di risorse dovuta all’accesso gratuito ai brani. Il lato più tragico della vicenda è il messaggio che si invia: se posso ottenere qualcosa gratis allora vuol dire che dietro quella cosa non c’è un lavoro. Invece si! E grosso pure.
Hai già in mente qualcosa per il futuro? C’è un album che ti piacerebbe realizzare in un certo modo?
Mi piacerebbe fare un concept album su una favola scritta da me.
Cosa gira nel tuo stereo adesso? Ci sveli il tuo disco “primaverile”?
Sto ascoltando musica classica e analizzando tecnicamente le hits. Inoltre leggo la biografia di Stravinskji e di conseguenza ascolto quello.
Luca Stefanucci
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