Cisco tra passato, presente e futuro. Una lunga chiacchierata con l'ex frontman dei
Modena City Ramblers che ci parla del suo nuovo libro dove racconta la fine della sua storia con la band ma anche dei suoi progetti futuri che includono un nuovo album in arrivo nei primi mesi del 2015. E poi l'Emilia, i giovani, e tanto altro...Buona lettura!
E’ uscito il tuo libro “Oh Belli Ciao!” in cui parli dei tuoi anni con i Modena City Ramblers. Raccontaci un po’ dei punti salienti del volume e di come è nato. Perché hai deciso di pubblicarlo proprio adesso?
Questo libro era una cosa a cui pensavo da diversi anni, infatti io e il coautore Carlo Albè, uno scrittore indipendente, abbiamo iniziato a scriverlo circa due anni e mezzo fa. Insomma, era giunto il momento di fare il punto della mia carriera musicale e mettere a posto alcune cose del mio passato. Devo ammettere che è stato molto catartico rivivere e ricordare gli episodi, un po’ come sdraiarsi sul lettino dell’analista e buttare fuori tutto quello che hai dentro, cercando di ricordare, tra alti e bassi, le cose belle e brutte ma senza rischiare di fare un libro rancoroso, dato che non ce n’era motivo. Alla fine sono molto contento del risultato finale, così come di non aver voluto scrivere una la classica biografia da musicisti. Usare l’escamotage del romanzo ha aiutato il racconto e ha reso il tutto più leggero e fruibile. Il risultato? E’ un libro che chiunque può leggere, anche chi non conosce i Modena City Ramblers.
Come sono adesso i tuoi rapporti con la band? Hanno letto il libro?
Questa forse è una domanda che dovresti fare a loro, per quanto mi riguarda non sono cambiati. Ho inviato il libro ai miei vecchi compagni, di certo saranno rimasti colpiti, anche se questo non me lo hanno ancora confessato. Non tanto per i contenuti, semplicemente non si aspettavano da me un passo come questo, anche se credo sia legittimo prendere la propria esperienza e descriverla come ho fatto io in un libro. Poi sicuramente loro avrebbero detto altro o descritto in modo diverso alcuni episodi, ma come avrai capito “Oh Belli Ciao!” non è un libro di gruppo, ma un collage della mia vita, delle mie esperienze all’interno di un gruppo.
Giovedì 2 ottobre sul palco del Club Tenco a Sanremo hai cantato nuovamente insieme ai MCR. Emozioni particolari?
Non ho provato nulla in particolare, forse perché ultimamente le nostre strade si erano già incontrate. Fondamentalmente quello che provo quando canto con loro è una strana sensazione di deja vu, perché i Modena City Ramblers ora rappresentano il mio passato. Certo, sono felice di aver condiviso con loro quella esperienza, non rinnego nulla, ma ora a me interessa fare altro.
Concerti sempre affollati anche in piazze grandissime, dischi che hanno scalato le classifiche, generazioni cresciute con la musica dei MCR. E’ stato anche il successo ottenuto a maturare la decisione della tua separazione dalla band?
Beh, detta cosi sembra un’assurdità, ma in effetti è anche cosi. Come descrivo nel libro, la difficoltà di gestire un periodo di grandi successi ma anche di grandi contrasti e stress mi ha portato ad allontanarmi sempre di più, prima dalle persone e successivamente dal gruppo. La mia incapacità di gestire tutta quella pressione è descritta nel libro in maniera assai dettagliata.
Pensi che la musica dei MCR sia ancora attuale alle “orecchie” dei giovanissimi?
Non abbiamo mai fatto musica per essere alla moda o per piacere ai giovani. Nemmeno quando uscimmo con i nostri primi fortunatissimi dischi, di certo non eravamo attuali nemmeno per quei tempi, eppure scalavamo le classifiche! Per quanto riguarda la mia personale opinione, la musica va oltre, le parole vanno oltre. L’importante è che quello che comunichi arrivi dritto al cuore e poi al cervello delle persone, non fermarsi mai a chiedere cosa potrà piacere o non piacere al pubblico, soprattutto giovane. Poi se succede che un pezzo di quel pubblico ti segue nei tuoi personali deliri musicali allora benissimo, ma l’importante è che piaccia prima di tutto a me stesso, che sia onesto con me stesso, a quel punto di conseguenza sarò onesto e sincero anche con le persone che mi seguiranno.
C’è qualcosa che non rifaresti con la band o nella tua carriera solista?
Rifarei tutto quello che ho fatto, errori compresi. Forse, riguardo al periodo con i Modena, lo rifarei in un tempo un po’ più dilatato, perché se uno va a rivedere tutto quello che abbiamo fatto in un tempo relativamente breve, tra dischi, concerti, viaggi in capo al mondo, esperienze incredibili, mi viene da pensare che non ci siamo goduti a pieno tutte quelle esperienze. Alla fine eravamo sempre di corsa, sempre indaffarati. Era impossibile fermarsi e assaporare i momenti importanti.
Hai altri album in arrivo?
Certo, stiamo finendo il nuovo disco che uscirà tra febbraio e marzo. Credo potrà stupire e in qualche modo spiazzare chi mi segue. Vedremo!
Nelle tue canzoni gli ideali sono un ingrediente fondamentale. Perché ce ne sono sempre meno soprattutto tra i ragazzi? Come si può invertire la rotta?
Questa domanda dovresti farla a un sociologo, provo a risponderti! Non è una questione di ideali, sì forse sono cambiati e in qualche modo si sono adeguati alle esigenze di questo nuovo millennio, forse è giusto così. Se guardiamo al passato, che è sempre un buon metro di giudizio per queste cose, le persone del settecento avevano esigenze e priorità diverse da quelle dell’ottocento e molto distanti da quelle del novecento. Ora nel nuovo millennio, con la tecnologia che ci circonda e comanda le nostre vite, i giovani hanno senza dubbio altre esigenze e altre prospettive.
Parli spesso della tua terra con cui hai un legame strettissimo. Quanto la trovi cambiata rispetto agli anni dell’adolescenza?
Beh tantissimo, ma forse la domanda giusta è quanto sono cambiato io rispetto a quel periodo. E anche qui la risposta sarebbe…tantissimo. Trovo che l’Emilia sia mutata drasticamente, ma allo stesso tempo sono cambiate drasticamente anche le persone che ci vivono. Non possiamo rimanere ancorati ad un pensiero di una terra che non è più come prima, anche perchè non tornerà! In generale l’uomo tende a mitizzare il proprio passato e le cose che lo rappresentano, per una sorta di ricerca della felicità interiore contro la paura della morte. Il non accettare che il tempo passa e che tutto cambia.
In anni in cui il lavoro non c’è più si può o si deve ritornare alle origini? La famiglia, il lavoro agricolo possono ad esempio ricoprire un ruolo fondamentale nelle nostre vite come in passato? O la tecnologia ormai ha preso il largo?
Sicuramente la tecnologia ha preso il sopravvento, ma noi possiamo usare, in modo intelligente, questi nuovi mezzi, messi a nostra disposizione dalla tecnologia, per ritornare ad uno stile di vita sicuramente più sano e utilizzarli anche in lavori manuali dal sapore antico e arcaico. Credo in parte che tornare alla lavorazione della terra e dei mestieri manuali in genere che magari in un certo periodo della nostra storia erano in via di estinzione, sia quasi necessario, con l’utilizzo delle nuove tecnologie si può arrivare a creare nuove cose, nuovi lavori.
Ci dici tre aggettivi per descrivere la notte di Carpi del 1992 quando hai suonato con i MCR per la prima volta?
Indimenticabile, magica e fortunata!
Te la dovevi aspettare questa domanda...Tornerà Cisco a fare album e concerti con i MCR?
Chi lo sa, non sono abituato a dire no in maniera drastica perchè non esiste nulla di certo. Ma ora come ora non è noi miei e nei loro obbiettivi. Poi cosa succederà in futuro nessuno può dirlo.
Luca Stefanucci
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