Nella serata della nostalgia e del passato (ok ma guardiamo anche avanti e non solo alle teche Rai e agli anni '70) il Festival di Sanremo ha ospitato anche l'ultima tranche dei campioni. Che musica è stata? La qualità, come nella prima serata, non è stata certo elevatissima. Ma andiamo con ordine:
Francesco Renga ha aperto le danze e il "ricciolone" che all'Ariston debuttò molti anni fa con i
Timoria è stato l'unico (forse con la sola eccezione di
Antonella Ruggiero) tra gli artisti in gara a svelare tecniche vocali fuori dai normali canoni. Il problema è che il vestito adatto per la sua ugola non è stato trovato e dalla penna di Casalino non è uscito l'inchiostro magico trovato l'anno scorso per Mengoni. Rimane comunque tra i papabili per il podio se può consolare (voto: 6,5).
Giuliano Palma annacqua i suoi classici toni rockabilly ma fa divertire comunque l'Ariston che in quanto a ritmo non se la passa molto bene. I due brani sono quasi un replay l'uno dell'altro ma lo stile e il carisma non mancano proprio all'ex Casino Royale (voto 6,5).
Anticipata da un abito improbabile arriva
Noemi, la "rossa" reduce dall'esperienza londinese dove ha prodotto e registrato il suo nuovo album. L'inizio è quasi comico con la cantante che parte in anticipo rispetto all'orchestra. Poi arrivano i suoni elettronici (ah, London!), i ritornelli appiccicosi e i groove che trasformano l'Ariston in uno stadio. Non convince ma, nei limiti, gioca una carta diversa e la voce c'è (voto: 5).
Renzo Rubino, il fan scatenato di Jannacci, plana nei "Campioni" dell'Ariston dopo il rodaggio tra i giovani nella passata edizione. Cerca di fare una revisione dei suoi idoli,da De André a Capossela passando per Umberto Bindi. Finisce in lacrime tra gli applausi, forse pensando a quando in Puglia pur di suonare "beffava" pure gli organizzatori dei concerti. Materiale grezzo in cerca di una propria identità (voto: 6).
Rosalino Cellamare in arte
Ron, nella serata della nostalgia è invece in gara in mezzo ai ragazzi. Molti lo attendevano al varco, altri erano già pronti con i giudizi al vetriolo. Ron parte male, "Un abbraccio unico" ha un sapore troppo antico. Sembra una disfatta ma invece "Sing in the rain" è un acuto che non sa di resa. Pop-folk di esperienza e buongusto. Rosalino c'è. (voto:5,5).
Atteso dall'esercito dell'
indie,
Riccardo Sinigallia ha finalmente la platea che merita dopo anni passati a scrivere successi per Max Gazzè, Niccolo Fabi e Tiromancino, band di cui è stato un leader anche musicale. "Prima di andare via" ha un bell'arrangiamento e melodia raffinata ma una "Rigenerazione" profuma di classico. Forse troppo per un'artista del calibro di Riccardo che poteva e doveva osare di più. Rimane comunque uno dei motivi musicali per vedere il Festival (voto:6,5).
Francesco Sarcina, già voce delle Vibrazioni, prova a infondere un blando rock in una competizione dove questo genere non ha trovato casa. L'enfasi e il pathos è tutta nella sua voce, ormai un marchio di fabbrica, ma le canzoni deludono e non hanno il piglio memorabile. Questo Festival però rilancerà Sarcina. Sulle foto che ha scattato con lo smartphone durante il verdetto non esprimiamo giudizi...(Voto:5).
Le canzoni promosse sono: Francesco Renga - "Vivendo adesso", Giuliano Palma - "Così lontano", Noemi - "Bagnati dal sole", Renzo Rubino - "Ora", Ron - "Sing in the rain", Riccardo Sinigallia - "prima di andare via", Francesco Sarcina - "Nel tuo sorriso".
Diodato con "Babilonia" e
Zibba con il brano "Senza di te" (una delle sorprese del Festival) sono i primi due finalisti per la sezione Nuove Proposte. Per gli altri ci sarà comunque la possibilità di riesibirsi nella serata finale di sabato 22 febbraio.
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