La censura non ha colore politico, e nemmeno sesso, così anche
Fabri Fibra viene escluso dal concertone del
1° Maggio 2013, per la celebrazione della Festa del Lavoro. Motivo dell'esclusione, la violenza dei testi che i sindacati confederati dell'evento hanno confermato in queste ore. CGIL, Cisl e Uil, hanno accontentato le richieste di D.i.r.e., l'associazione costituita da donne che attraverso la rete hanno invitato il rapper ha eliminare dai testi le parole che includono il sesso femminile. L'accusa è la misoginia, secondo l'associazione tutta al femminile, Fabri Fibra è un mandante della violenza sul gentil sesso, raccontatore di storie tragiche rivisitate.
Un'esclusione anticipata dalla diatriba tra il rapper e D.i.r.e., in cui Fabri Fibra si era difeso dichiarando: «
sono stanco di essere descritto ancora come il rapper violento: in passato mi accusavano di non rispettare le donne nelle rime, ma io scrivevo quello che vedevo non quello che pensavo.»
Le canzoni contestate sono "Su le mani" e "Venerdì 17" che fanno discutere sulla presunta libertà conquistata dalle donne, sul ruolo della musica nella società, suonata dai giovani che trovano in questa forma violenta, diretta e maleducata un espressione al disagio.
Come è noto fare dagli artisti secondo un proprio modello d'ispirazione artistica, raccontano in modo improprio, spesso lontano dal sentire comune la propria condizione umana, ma non è il caso del rap che è lo specchio di ciò che accade senza mediazione.
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