Pirateria musicale: “Grosso freno al mercato dei CD”

E' sempre più lontano il boom delle vendite fatto registrare nel 2000. Il mercato musicale vive per la prima volta della sua storia una crisi di fatturato e non è difficile intuire il perché. Da un rapporto pubblicato da Informa Media Group , società di consulenza musicale londinese, emerge che per quest'anno le vendite di prodotti MUSICALI dovrebbero subire un calo superiore al 7% (di cui il 5,4% riguarda esclusivamente la diminuzione di vendite di cd). Il fatturato complessivo dovrebbe attestarsi sui 31,1 miliardi di dollari, una cifra che eguaglia quelle che si registravano a metà anni '90. Negli utlimi due anni in sostanza si sta verificando quello che era stato largamente temuto da molti addetti ai lavori dopo l'avvento di Napster e di altri SOFTWARE che consentono lo scambio di file di qualsiasi tipo tra privati senza il pagamento di alcun corrispettivo per i diritti d'autore. La 'pirateria privatà' rappresenta ormai una grossa fetta del fenomeno complessivo della pirateria. A questa deve aggiungersi quella relativa a vendite illegali di cd ad opera di vere e proprie organizzazioni internazionali. E' sempre più facile oggigiorno comprare Cd pirata per strada o realizzare compilation personali scaricando musica dal web e copiando i file su un Cd-R. Sempre dal rapporto di Informa Media Group si apprende che il mercato musicale che presenta il tasso di pirateria più alto è quello cinese dove il 90% dei prodotti MUSICALI in circolazione viene commercializzato illegalmente. Molto alta anche la percentuale registrata in Grecia (50%) e in Spagna (35%).

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