ZAKK WYLDE’S BLACK LABEL SOCIETY

Nonostante l'intensa attività sia live che in studio a cui si è sottoposto Zakk in questi ultimi anni alle dipendenze di un certo Ozzy Osbourne, forse non tutti sono a conoscenza degli sviluppi solistici della carriera di questo ragazzone texano mato per mangiare bistecche, bere birra e suonare la chitarra (il sogno di ogni uomo che si rispetti). Accantonato (momentaneamente, spero) il progetto "Pride And Glory" dopo un brillante debut-album di Southern Rock ma di scarsi riscontri a livello commerciale, Wylde ci ha dapprima deliziati con un disco semi-acustico dal titolo di "Book Of Shadows", fra i cui solchi emergeva un inaspettato amore dell'artista per certe melodie tipicamente West-Coast a cavallo fra i '60 e i '70 (deve avere a casa una collezione di dischi di Neil Young da fare paura), per poi fondare questa Black Label Society, sua incarnazione musicale attuale. Nell'arco di due ottimi CD, vale a dire "Sonic Brew" e "Stronger Than Death" (titoli già espliciti su un certo tenore di vita - più sfrontato e irriverente il primo, più intenso e groove il secondo -), il lungo-crinito guitarist americano è riuscito a rileggere le sue influenze Black-Sabbathiane (inevitabile essendo cresciuto alla corte del Madman, singer per antonomasia della band di Birmingham), con i suoi ascolti South Rock, filtrando questo cocktail con una attitudine Heavy che vede nei Pantera di "Vulgar Display Of Power" i massimi esponenti. Affatto appagato da questi suoi successi Zakk (che, lo ricordiamo per dovere di cronaca, fu anche a suo tempo avvicinato da due sagome del calibro di Axl Rose e Slash dei Guns n'Roses, e solo Dio sa cosa avrebbero potuto suonare i tre insieme), se ne esce ora con questo Live che raccoglie il meglio dei due album in brani che dal vivo raggiungono una intensità ed una efficacia inaudite. Wylde e i suoi comprimari gettano sul pubblico una quantità massiccia e incontenibile di riffs monolitici mentre con la sua roce voce sporca e rovinata dall'(ab)uso di nicotina e alcool Zakk graffia l'apparato uditivo di rockers (ubriachi, of course) in delirio. La forza di questo testimonianza in concerto sta nel modo grezzo e assolutamente sfacciato in cui i nostri sul palco ci ripropongono le loro composizioni e alcune altre canzoni, tra cui vale la pena senz'altro di ricordare quella "No More Tears", title-track dell'album che vedeva Z.W. supportare quel genio pazzo di Ozzy. Nessuna sovraincisione, no over-dubs, solo quattro giganti con batteria, basso e due chitarre Gibson, che ci dicono come si fa Rock and Roll coi contro-attributi. This is in your face attitude, no compromise. In "SuperTerrorizer" Zakk si permette di dare dei "poppanti" (in maniera moooolto figurata) ai quei novellini dei Limp Bizkit, e con il senno di poi non c'è che da dare ragione ad uno che il Rock, quello vero, se lo vive giorno per giorno nella propria pelle, incurante delle mode e dei trend passeggeri. A completamento della release è allegato un secondo compact nel quale sono raccolti 5 brani più meditati (come le cover "Heart Of Gold" e "Snowblind", rispettivamente dei sopracitati Neil Young e Black Sabbath) in cui il nostro si (e ci) diletta a ripercorrere le orme dei suoi artisti preferiti. Un disco per chi cerca emozioni forti, senza gettarsi in pasto al calderone Nu-Metal, imperante in questo periodo. Provate a dargli un ascolto, questa BLS può farvi ubriacare sul serio! BLS 8/10

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